Giulio ha 20 anni e frequenta il secondo anno di Giurisprudenza. Sulla sua scrivania il trattato minaccioso di Diritto Penale. Da grande sogna di diventare un magistrato.
Martina ha 19 anni e si è diplomata da qualche mese. Sul suo comodino una foto da bambina in tutù e scarpette rosa. Da grande sogna di calcare il palcoscenico del teatro Alla Scala.
Andrea ha 23 anni e lavora come stagista in un’agenzia di comunicazione. Passa ore ed ore al computer tra un’illustrazione e l’altra. Da grande sogna di diventare un grafico pubblicitario.
Giulio, Martina e Andrea hanno un sogno nel cassetto e se c’è una cosa che li accomuna alla maggior parte dei giovani italiani è l’incertezza del domani. Paure e preoccupazioni affollano la loro mente in un loop costante di pensieri vaghi, titubanti e sfavorevoli. Hanno paura di non trovare un lavoro stabile, di non riuscire ad essere autonomi, di aver intrapreso il percorso di studi sbagliato e che il loro sogno resti solo la favoletta che si raccontano ogni sera prima di addormentarsi. E certo è che inzuppare tutte le mattine i biscotti in una tazza di crisi e guerra non aiuta.
I Millenials hanno imparato a convivere con l’ansia e lo hanno fatto per colpa di un futuro sempre più incerto. Nove ragazzi su dieci affrontano la “Quarter-Life Crisis”, letteralmente crisi del quarto di vita: una fase che ricade intorno ai 25 anni, caratterizzata da ansia da prestazione professionale, senso di soffocamento e, nei casi più gravi, depressione. A nominarla per la prima volta è stato il dottor Oliver Robinson, ricercatore dell’Università di Greenwich di Londra, in seguito ad alcuni sondaggi. Sulla base delle sue ricerche, l’86% dei giovani intervistati aveva ammesso di sentirsi sotto pressione dal punto di vista sentimentale e finanziario, come se avessero l’obbligo di raggiungere certi traguardi necessariamente prima dei trent’anni.
Siamo abituati ad ascoltare il tormentone “I giovani di oggi non hanno voglia di fare nulla” ma la verità è che sono disposti a scegliere un lavoro di bassa qualità e remunerazione, ad emigrare all’Estero o a studiare e lavorare contemporaneamente pur di conquistare quell’autonomia tanto desiderata.
Chiara Ferragni ha creato il blog The Blonde Salad a soli 22 anni. Oggi è tra le imprenditrici digitali più influenti. I Maneskin hanno toccato le vette della musica mondiale in un’età compresa tra i 16 e i 23 anni. Daniel Ek ha creato Spotify nel 2008, quando aveva 25 anni, e nel 2011 è stato inserito da Forbes nella lista degli imprenditori under 30 di maggior successo. Sono dei modelli pesanti con cui confrontarsi ed è spesso proprio questo genere di paragone a causare il senso di soffocamento, incertezza e angoscia.
Secondo Oliver Robinson, la crisi del quarto di vita sarebbe caratterizzata da quattro fasi.
Come affrontare, dunque, questo perenne stato di ansia?
Parlarne è fondamentale. Prendere coscienza e consapevolezza che non si è soli e che si tratta di un sentimento diffuso, perfettamente comprensibile e spiegabile, aiuta a sentirsi meno giù di morale o impotenti. Nel caso in cui si abbia una laurea e si stia cercando lavoro o nel caso in cui il proprio lavoro sia insoddisfacente, è fondamentale non lasciarsi definire da un voto, da un titolo di studio o da una qualifica momentanea. Nel bene o nel male, nulla dura in eterno.
È bene anche ricordarsi che è solo una fase della vita, che tutto può cambiare, che nulla vieta di guardarsi intorno e prendere in considerazione altre opzioni. Tra successi, cadute e ripartenze, normalizzare il fatto che la strada verso il sogno sia piena di intoppi e cambi di direzione è forse uno dei consigli più preziosi.
1 https://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_del_quarto_di_secolo