Chi di noi non è mai stato innamorato? Chi di noi non ha mai sentito le farfalle nello stomaco? Chi di noi non ha mai sofferto per amore?
È interessante chiedersi cosa spinge le persone a ricercare una relazione con un partner e cosa si cerca nell’altro. Questi possono essere elementi determinanti non solo per l’instaurarsi di una relazione stabile, ma anche per comprendere il tipo di evoluzione che questa avrà.
Si potrebbe definire l’amore come un rapporto a due, alla cui base troviamo uno scambio emotivo di diversa intensità e durata. Tutto questo è regolato da due bisogni fondamentali: da una parte il bisogno fisiologico di soddisfazione sessuale e dall’altro il bisogno psicologico di uno scambio affettivo autentico.
Di amore si è sempre parlato fin dall’antichità attraverso poesie, sonetti, opere. Basti pensare a Orlando e Beatrice, Marco Antonio e Cleopatra, Romeo e Giulietta.
Anche al giorno d’oggi si parla d’amore, che viene raccontato in tantissime forme e modi: canzoni, parole, note che vanno a intrecciarsi creando qualcosa di straordinario che richiama chiunque a questo sentimento.
Mikulincer definisce l’amore come “uno stato dinamico che comprende i bisogni di entrambi i partner e le loro capacità di attaccamento, accudimento e sessualità” (in Mikulincer, 23, 2006). La relazione di coppia rappresenta un punto importante nella vita affettiva degli esseri umani.
Negli ultimi anni si è prodotta una gran quantità di studi che hanno consentito di fare ipotesi e verificare se c’è una relazione tra l’attaccamento al partner e il modo in cui viene vissuta la relazione. È stato inoltre evidenziato che anche nei partner adulti è possibile osservare un funzionamento simile a quello tra madre-bambino.
Freud (1926) è stato il primo ad affermare che, per quanto concerne l’intimità, esiste una stretta correlazione tra la relazione di coppia e l’attaccamento madre-bambino. Così come avviene tra madre-bambino, la coppia adulta passa la maggior parte del tempo in un gioco reciproco di sguardi, abbracci, baci, in continuo contatto faccia a faccia.
Il ritrovarsi tra le braccia della persona amata, strofinandosi, annusandosi, toccandosi, porta l’individuo a immergersi in un connubio di emozioni e sensazioni; il tutto verrà vissuto secondo le emozioni esperite durante l’infanzia.
Ciò che sancisce l’inizio di una relazione amorosa al livello culturale è il bacio. In una prospettiva darwiniana, il bacio ha origine in un gesto antichissimo: quando non esisteva ancora il cibo omogeneizzato, la madre masticava il cibo e lo passava attraverso la bocca al proprio bambino (Morris, 1973).
Oggi il bacio, in Occidente, è un linguaggio, un’espressione corporea, essenza di mille pensieri e emozioni non dette. Evoca un affetto forte, come quello materno, e un’intimità che non si concede ad altri (Galimberti, 2010).
Come sostiene Carotenuto, per l’uomo la bocca è il primo modo di conoscere ciò che lo circonda, la prima modalità di offrire e ricevere amore, “divenuta in seguito un aspetto rivelatore di questo profondissimo desiderio; per cui quali siano le sue origini, quando non sentiamo più il desiderio di unire le nostre labbra con quelle della persona amata, vuol dire che il legame è incrinato” (in Carotenuto,82-83, 1987).
Come avevano sostenuto Weiss (1982) e la Ainsworth (1989), le figure genitoriali, nel corso della vita, possono essere sostituite da individui che andranno a ricoprire il ruolo di figure primarie di attaccamento.
Questo è stato dimostrato da Hazan e Hutt attraverso uno strumento in grado di misurare le tre componenti che caratterizzano il comportamento di attaccamento: mantenimento della vicinanza, rifugio sicuro e base sicura (Hazan et coll., 1991).
Dallo studio emerse che l’attaccamento non viene trasferito repentinamente da una figura all’altra, ma che queste vengono spostate gradualmente per terminare il trasferimento con la funzione di base sicura (Carli, 1995).
L’attrazione e l’interesse verso i pari comincia a maturare fin dall’infanzia. Da alcuni studi che cercavano di indagare le interazioni sociali degli adolescenti è emerso che l’attribuzione della componente di base sicura alle nuove relazioni avviene intorno ai 10-15 anni.
È proprio a partire da questa età che si può cominciare a notare quell’attaccamento ai coetanei tipico dell’età adulta (Steinberg, Silverberg, 1986).
Una volta che si viene a stabilire il legame di attaccamento adulto, l’individuo è spinto a ricercare il contatto e la vicinanza di una determinata persona non sostituibile con altre.
Nei rapporti di coppia queste funzioni non vengono intese esclusivamente in termini di vicinanza fisica, piuttosto come una sensazione di protezione, sentire che il partner è emotivamente vicino (Velotti, 2009).
La funzione di base sicura non si stabilisce nelle prime fasi di una relazione. Si può parlare di una relazione di coppia come un legame di attaccamento solo quando le varie funzioni elencate precedentemente durano per un tempo superiore a due anni (Velotti, 2009).
Zeifman e Hazan propongono un modello, parallelo a quello sviluppato da Bowlby, sulle fasi dell’attaccamento del bambino alle figure allevanti al fine di spiegare la fenomenologia dello sviluppo del legame di coppia (Zeifman, Hazan, 2008).
Il modello si compone di quattro fasi:
La prima fase è caratterizzata dall’attrazione reciproca. In questo momento non si parla di legame, ma semplicemente di un interessamento all’altro e proprio questo ci porta a ricercarlo e a mantenere un contatto fisico prolungato.
È proprio come succede nel bambino che, non avendo ancora stabilito una relazione esclusiva con il caregiver, mostra comunque un’attenzione fortissima per chiunque interagisca con lui, facendo sorrisi, sguardi.
Sembra che l’eccitamento e l’arousal, associati al flirtare, siano dovuti al sistema motivazionale sessuale piuttosto che provenienti dall’attaccamento. Affinché si sviluppi un legame di attaccamento tra due persone, per prima cosa esse devono essere attratte l’una dall’altra.
L’attrazione sessuale aiuta gli individui a mantenere e ricercare la prossimità dell’altro a cui può attaccarsi (Cassidy, 2004).
In questa fase gioca un ruolo importante l’ormone adrenalina, prodotto dalle ghiandole surrenali. Questo ormone ha la facoltà di aumentare la pressione sanguigna, dilatare bronchi e pupille, predisponendo un individuo ad innamorarsi.
La dilatazione della pupilla, infatti, è uno dei segnali di seduzione più noti (Attili, 2009).
Nella fase dell’innamoramento la vicinanza all’altro e il contatto fisico possono manifestarsi attraverso tenerezze, baci, abbracci. La relazione diventa più intima e tenera. In questa fase gli individui alimentano i propri scambi per raggiungere uno stato di benessere che va oltre il contatto fisico (Zavattini, 2009).
Se nella fase di pre-attaccamento si assiste a uno scambio auto-rivelativo caratterizzato da fatti positivi o neutri, nella fase dell’innamoramento i partner cominciano a condividere informazioni molto più intime e personali.
Questa atmosfera non farà altro che alimentare la credibilità del partner, l’accoglimento e la cura. “Quando i membri di una coppia iniziano a funzionare come una risorsa reciproca di supporto emozionale, la loro relazione acquista una componente aggiuntiva dell’attaccamento chiamata sale haven (rifugio sicuro)” (in Cassidy,398, 2010).
Il partner diviene la persona preferita come fonte di supporto e riduzione dell’ansia. Questa fase è regolata da una sostanza endogena chiamata PEA, che ha un’azione farmacologica molto simile alle anfetamine, e che è in grado di migliorare le condizioni psico-fisiche e indurre eccitazione.
Questa molecola induce assuefazione e, non appena l’infatuazione per una persona si attenua, cambiando partner si ritorna nuovamente ai livelli di PEA nell’organismo, beneficiando così nuovamente dei suoi effetti. Si può ipotizzare che la vera passione all’interno della coppia duri solamente due anni, poiché dopo questo periodo calano i livelli di PEA e ne svaniscono gli effetti (Marazziti, 2008).
Possiamo parlare di attaccamento quando i membri della coppia entrano in quella fase detta “amore”. In questa fase l’attività sessuale diminuisce, mentre aumenta il supporto emotivo e la capacità del partner di porsi come “rifugio sicuro” o come figura che dà accudimento.
Questa fase non è più determinata dalla passione, ma si passa a una condizione più matura: quella dell’intimità. Ormai la semplice eccitazione e il desiderio non sono più sufficienti per far sentire i due amanti soddisfatti della relazione.
Nello stadio dell’amore entrano in gioco le endorfine, proteine che hanno un effetto analgesico e rilassante. La produzione di endorfine in un individuo dipende dalla costante presenza del partner al suo fianco, che diventa lo stimolo associato al benessere in modo tale da poterlo ricercare e preferire come un vero e proprio condizionamento.
Inoltre, un importante contributo è dato dall’ossitocina, che viene rilasciata a seguito dell’orgasmo, la quale incrementa la possibilità di mantenere un legame affettivo. È proprio grazie a questo ormone che i partner provano un senso di appagamento e così sono sempre alla ricerca di coccole, abbracci e baci. La capacità di calmare l’altra porta a una nuova fase dell’attaccamento: l’ansia da separazione.
Questa, come nella relazione madre- bambino, sta a indicare che si è formato il legame di attaccamento, che ha la funzione di garantire protezione.
Nell’ultima fase, quella post- romantica, il contatto fisico, il guardarsi e altri comportamenti diminuiscono nella frequenza. Gli individui cominciano a riappropriarsi delle loro vite, pur mantenendo un forte legame.
Sotto la “superficie giace una profonda interdipendenza emozionale” (in Cassidy, 2010) e il legame rimane finalizzato al mantenimento e alla regolazione della vicinanza psichica, che conferisce al partner un ruolo esclusivo per il proprio benessere psicologico.
Sapere che accanto si ha una persona di cui potersi fidare e da cui dipendere rende più facile l’esplorazione del mondo circostante e il superamento degli inevitabili cambiamenti della vita.
Possiamo dunque definire il legame di coppia come un percorso nel quale diventano determinanti le esperienze e le capacità relazionali dei singoli. Ogni membro della coppia costituisce un tassello fondamentale per stabilire l’entità, la durata e la qualità del rapporto.
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Amore nella Coppia