Ogni anno, il 10 settembre, il mondo si ferma per ricordare e riflettere su una realtà che, sebbene spesso invisibile, colpisce profondamente le vite di milioni di persone. La giornata mondiale di prevenzione del suicidio è un’occasione imperdibile per esprimere solidarietà e sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema che, nonostante la sua gravità, rimane avvolto da tabù e silenzi imbarazzanti.
Nel 2023, Telefono Amico Italia ha ricevuto oltre 7.000 richieste di aiuto da persone alle prese con pensieri suicidi, un dato che segna un drammatico aumento del 24% rispetto all’anno precedente. Le cifre di quest’anno non sono meno significative. Se da un lato la preoccupazione resta alta, con il primo semestre del 2024 che mostra un leggero calo delle richieste d’aiuto (-6,5% rispetto al primo semestre 2023), questo trend positivo, seppur modesto, offre una speranza e un’opportunità per riflettere su come possiamo migliorare il nostro approccio alla prevenzione. Ogni segnale di inversione di tendenza deve essere accolto con cautela e con la consapevolezza che il lavoro da fare è ancora vasto e urgente.
Ogni numero rappresenta una storia di disperazione, una vita intrappolata in un vortice di dolore e solitudine. Questi dati non sono numeri freddi e impersonali. Sono il ritratto di un’emergenza umana profonda, che chiama alla responsabilità e all’azione.
Il pensiero suicida è una realtà dolorosa e complessa che non fa distinzioni. Può colpire chiunque, in qualsiasi momento della vita, e i suoi effetti possono essere devastanti per chi ne è direttamente coinvolto, così come per i familiari e gli amici. Le persone che cercano aiuto spesso lo fanno in momenti di grande vulnerabilità e disperazione. È essenziale che chi è in difficoltà possa trovare un ascolto empatico e senza giudizio e che le strutture di supporto siano preparate ad accogliere e accompagnare questi individui verso un percorso di serenità.
Le persone che si rivolgono a questi servizi di supporto spesso vivono un momento di crisi acuta. Il loro profilo psicologico è caratterizzato da un’intensa sofferenza, un dolore che può manifestarsi attraverso sintomi di depressione, ansia e un senso schiacciante di impotenza. Si sentono spesso intrappolate in un tunnel senza uscita, con il mondo che sembra chiudersi attorno a loro. Questo stato di angoscia può essere scatenato da molteplici fattori, tra cui eventi traumatici, stress prolungato, perdita di un caro o l’isolamento sociale.
Dietro ogni richiesta d’aiuto c’è una persona che ha lottato in silenzio, spesso senza sapere a chi rivolgersi o temendo di essere giudicata. La solitudine è un compagno silenzioso ma potente, capace di amplificare la percezione di un futuro privo di speranza. Il pensiero suicida, in questo contesto, diventa una sorta di disperato grido di aiuto, un tentativo di porre fine ad un dolore insopportabile quando le risorse per affrontarlo sembrano esaurite.
La sensazione di mancanza di speranza (hopelessness) e di impotenza (helplessness) sono due dei segnali più affidabili del rischio di suicidio. Questi sentimenti includono spesso una visione negativa di sé, del mondo e del futuro, e sono strettamente collegati alla mancanza di energia. La speranza è un elemento fondamentale della persona, legato alla sua visione del tempo. Quando la speranza si perde, nasce la disperazione: il tempo sembra bloccarsi e il futuro diventa inaccessibile.
In questo contesto, il suicidio del paziente melanconico può essere visto come il gesto di chi non trova più gioia nella vita, percepisce un grande vuoto e perde ogni progettualità. La melanconia porta alla perdita di speranza e, senza speranza, la vita sembra non avere più senso, tanto che interromperla sembra l’unica soluzione.
Creare un ambiente di ascolto e supporto, incoraggiare la ricerca di aiuto professionale e mostrarsi disponibili senza giudizio sono passi cruciali nella prevenzione del suicidio.
In questa giornata dedicata alla riflessione, ricordiamo che ogni gesto di sostegno, ogni parola di conforto e ogni atto di comprensione possono contribuire a salvare una vita. Il nostro impegno collettivo deve essere quello di costruire una società in cui nessuno debba affrontare il dolore in solitudine e dove tutti possano trovare la speranza e la forza per andare avanti.
La prima volta che proviamo a parlarne può essere con una persona che non conosciamo. Se pensiamo che nessuno tra i nostri conoscenti o familiari possa essere la persona più indicata, si può provare con i volontari di Telefono Amico Italia, tutti i giorni dalle 10 alle 24.00 al numero di telefono 02 2327 2327. Con loro sarà possibile parlare liberamente di tutti i pensieri e della situazione che stiamo vivendo. I volontari sono preparati per dare supporto e non obbligano nessuno a fare qualcosa che non vuole.
Parlare e ascoltare attivamente permettono ad una persona che soffre di esprimere il proprio disagio, avviando così un processo di supporto. Il dialogo crea uno spazio di comprensione e fiducia, fondamentale per alleviare il senso di solitudine e disperazione. In questo senso, la conversazione è il punto di partenza per stabilire una connessione umana e offrire aiuto concreto.
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